28 Novembre 2021

freccia sx torna indietro

È stata la mano di dio, apologia di una storia

«Abbiamo tutti una montagna dell’infanzia. 

E per lontano che si vagabondi, 

ci si ritrova sempre sul suo sentiero. 

Là fummo fatti quel che siamo».

 

Esistono punti cardinali che non seguono traiettorie precise, cercano la propria nel corso del cammino. È come uno sfaldamento, una disintegrazione di coordinate. La vita parla, la morte decide. E così innesta un processo di rigenerazione o anche di generazione di nuovi punti di riferimento. Quelli che disegnano chi siamo, cosa vogliamo essere, come lo siamo o lo saremo. 

 

In questo labirinto di incognite, segni apotropaici tracciano la strada. Le mosse di un dio umano, lasciano che tu le sopravviva. La morte non si vede, è uno sfaldamento interiore ma tu: “Non ti disunire, mai”. 

 

Sei solo un ragazzo, quello che era certo si fa esitazione. Ciò che fa paura diventa ricerca, stupore. Tutto è più grande di te, ora che “devi” diventare grande. Mentre il cinema cattura di te il fanciullo e lo plasma alla creazione di una condizione dove la realtà non esiste. 

 

C’era una volta in America, no che dico, a Napoli. Parla la vita, parlano quegli anni, parla la sensibilità di un uomo-ragazzo, il suo pudore in bilico tra l’urgenza di libertà e quella di trovare se stesso.  

 

Il nucleo di un dolore dipana le tracce di un racconto intimo, profondo, personale. La solitudine è condizione comune, così come la confusione che attraversa le incertezze sul futuro. Ma il futuro è oggi. Lo decidiamo qui, ora. La perseveranza è la chiave che apre la porta alle possibilità.

 

 

«Il rimedio è in noi. 

Cuore, bisogna avere, 

null’altro…». 

I contenuti presenti su questo sito sono di proprietà di Abellezz©
È vietata la copia e la riproduzione, anche parziale, dei contenuti in qualsiasi modo o forma.
È vietata la pubblicazione e la redistribuzione dei contenuti non autorizzata espressamente dall’autore.
Copyright Abellezz© 2020-2024 Tutti i diritti riservati – All rights reserved