È un tipo di racconto, quello sui reali, che affascina. Anche a distanza di millenni, chiunque siano i protagonisti. Scovare la verità non è il punto, perché, si sa, la verità ha più voci.
Qui Harry & Meghan fanno sentire la propria, a modo loro.
Della serie in onda su Netflix, ciò che più lascia un seme di riflessione è l’argomento “Royal Rota System”.
Si tratta di una sorta di patto tra casa reale e giornalisti, stipulato oltre 40 anni fa, con cui si dava alla stampa britannica un accesso interno esclusivo agli impegni ufficiali dei membri della famiglia reale.
“Tutte le storie della Royal Family passano attraverso il loro filtro; è una questione di controllo, decidono come sfruttare questa famiglia. I nostri traumi sono le loro storie” dice durante il racconto il secondogenito della principessa Diana.
Si tratta di un accordo, insomma, che ha invaso le vite del principe William e del principe Harry da sempre, essendo loro i primi membri della famiglia Windsor a crescere sotto questo contratto.
Quando hanno emesso il primo vagito, passando per la morte della loro mamma, fino agli ultimi avvenimenti che hanno portato i “Duchi del Sussex” a rinunciare al titolo reale: tutto è stato scandito dai tabloid britannici della Royal Rota. A volte, però, con modi non ortodossi. E, forse, poco etici.
In alcuni passaggi si vede Diana discutere con garbo con alcuni giornalisti che non stavano rispettando “i patti” intrufolandosi in alcune circostanze private con un accanimento spropositato.
Il suo senso di protezione verso i figli viene messo in parallelo con lo stesso senso di protezione verso i piccoli Archie e Lilibet Diana che ha mosso in Harry la scelta di fare un passo indietro e abbandonare “il regno”.
La famiglia reale è fortemente legata all’istituzione monarchica e al rigore che le è proprio. In occasione di diversi attacchi a mezzo stampa subiti da Meghan o dalla coppia, ha deliberatamente scelto di non intervenire in nessun modo, lasciando crescere il clickbaiting e quindi la “non-verità” su temi sensibili.
Le campagne d’odio contro Meghan si sono riversate anche online raggiungendo livelli molto pesanti: uno studio avrebbe rivelato che i commenti negativi a lei rivolti su Twitter, le minacce di morte, provenivano da una serie di account “specializzati” nel prenderla di mira.
Reali o laici, ecco, è questo il punto: è concepibile, accettabile tutto questo?
Perché?
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