9 Ottobre 2021

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Pino Daniele alive, la mostra

5/8/75 ore 9,50

Forse è vero c’è è lì che aspetta

Forse è tutto un sogno

Un’immensa ruota che gira 

Gira mi fa vivere, mi fa morire

Forse è la verità

Forse la rovina

Ma è vita e amore

Amore assurdo, vissuto o perso

Per un attimo

So di esserti vicino sempre 

Ogni attimo ogni respiro

Forse domani finirà

Cosa dico! È già finita

Forse

 

Una grafia morbida eppure spigolosa disegna le pagine ingiallite di un’agenda. È il 1975 e Pino incide su carta pensieri, appunti, bozze di quelli che saranno  i testi delle sue canzoni. Accanto all’agenda stanno i nastri su cui, invece, ha inciso i suoni, quelli dei provìni del suo primo album, “Terra mia”. C’è poi il mandolino con cui ha dato anima a quelle tracce… e parte nella radio dei ricordi la melodia di “Napule è”. 

 

Sono oggetti, insieme a quelli utilizzati per riprodurre l’allestimento di un suo camerino con le scalette dei concerti dispiegate e la moka a fumare un caffè, che compongono la morfologia di un percorso nel cuore intimo di un artista. Un percorso fatto di narrazioni inedite per immagini realizzate da fotografi che lo hanno seguito dagli inizi all’apice della sua carriera.  

 

 Nel chiostro cinquecentesco del complesso di Santa Caterina a Formiello, nell’area di Porta Capuana, nel cuore di Napoli, “Pino Daniele Alive” mette in mostra scatti iconici dell’uomo in blues.  Tra questi le foto di Lino Vairetti degli “Osanna”, Mimmo Jodice, Cesare Monti, Luciano Viti, Giovanni Canitano, Adolfo Franzò, Roberto Panucci, Letizia Pepori e Guido Harari, curatore dell’esposizione insieme ad Alessandro Daniele, figlio di Pino.

Non c’è un vero filo conduttore né una vera e propria cronologia nella predisposizione delle immagini: c’è Pino in tutta la sua essenza. In tutta l’evoluzione della sua musica che ha saputo mescolare il blues con la tradizione melodica partenopea generando una vera e propria rivoluzione nel segno di una musica universale. Esplorare, sperimentare, scoprire erano i cardini della sua ricerca musicale.

 

La mia musica nasce dalla fusione di culture diverse, dai linguaggi universali che ho adottato dal rock, dal jazz, dal blues mantenendo però quelle che sono le nostre caratteristiche come la melodia – si legge nelle parole di Pino -. Creo la melodia non solo in base al ritmo, ma anche a un modo di vivere nostro, un modo di essere, di stare per strada. Facciamo parte di Napoli, è una città dove la gente si muove in una determinata maniera e quindi è tutto vissuto con delle cadenze molto diverse dalle altre città italiane ed è in questo ritmo che c’è la melodia partenopea, nella mia musica viene fuori questa cosa”. 

 

La mostra è un viaggio nel mondo umano e artistico di Pino Daniele dagli esordi con la band “Napoli Centrale” insieme, fra gli altri, a Tullio De Piscopo e James Senese al successo dell’album “Terra Mia” del 1977. Dai concerti live entrati nella storia come quello del 1981 a Piazza del Plebiscito a Napoli ai sorrisi con Wayne Shorter durante la registrazione dell’album “Bella ‘mbriana” nel 1982; con Richie Havens, sempre nel 1982, per la registrazione dell’album “Common Ground” che Pino produsse. E ancora sorrisi, con Trilok Gurtu, Alphonso Johnson e Carlos Santana all’apertura del concerto milanese di Bob Dylan e Santana a San Siro nel 1984 poi con Nanà Vasconcelos dopo il concerto all’Olympia di Parigi.

 

Tra i tanti artisti con cui Pino Daniele ha collaborato, spiccano le immagini che lo ritraggono insieme al suo grande amico Massimo Troisi realizzate in occasione della partecipazione al programma di Gianni Minà “Alta classe -Voglio vivere così” ma anche durante la registrazioni dei brani che avrebbero poi disegnato la colonna sonora di alcuni film di Troisi. 

 

Il sorriso: è anche questa la cifra che caratterizza la mostra. Un sorriso pieno, viscerale, che contagia a guardarlo. Che un po’ diventa amaro al pensiero di non sentirlo più, che poi ritorna dolce al pensiero che sarà per sempre, in ogni nota.

 

5/8/75 ore 9,51

Datemi qualcosa per vivere

Datemi qualcosa per credere 

Datemi un posto per stare in pace

Parola mia non vi seccherò più

Sì, lo so, sono in crisi

Ma che importa

Voglio solo amare e vivere 

In pace

Chi è che non lo vorrebbe”.

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